Marta Pelizzi, la perdita della vista a 18 anni la fa riscoprire una social media manager affermata

di Antonella Oliva

28 anni, calabrese di origini, imolese d’adozione.

Due sorelle, un fratello e zia di tre nipoti.

Si chiama Marta Pellizzi ed è una social media manager affermata.

Un passato difficile, doloroso: perdere la vista a 18 anni a causa di un tumore cerebrale.

Il buio, all’improvviso, che entra prepotentemente senza chiedere il permesso, senza alcuna pietà; mette tutto a soqquadro ed esce stravolgendo un’esistenza.

Ma Marta ha saputo contrastare le sue debolezze e vincere le paure.

Come? Accettando il proprio destino prendendolo per mano: riscattandosi e reinventandosi.

Nella foto: Marta Pelizzi

Nella foto: Marta Pelizzi

Chi era Marta prima dei 18 anni?

Una ragazza riflessiva, timida e introversa. Molto più chiusa, sulle mie, non avevo un carattere ben sviluppato. Poi, ovviamente, con il tumore sono cambiata anche a livello caratteriale diventando molto più caparbia, duttile ed espansiva.

Sei la prova che le persone possono cambiare.

Sì, assolutamente. A 18 anni c’è stato il punto di inizio di una nuova vita. Fino al giorno prima ero tranquilla a casa mentre il giorno dopo mi sono ritrovata in ospedale con una diagnosi disastrosa. Nei mesi precedenti avevo subito un po’ di perdita della vista, ma nessuno avrebbe mai immaginato un problema così serio. Dopo l’intervento chirurgico, e quindi l’esportazione del tumore, la vista è andata via perché il nervo ottico era completamente stressato. Per un certo periodo di tempo sono stata non vedente, dopo un po’ la situazione è migliorata e ora sono ipovedente.

Quanta forza è necessaria per affrontare la perdita della vista a 18 anni?

Ce ne vuole molta, moltissima. È come se ti mettessero una mascherina davanti agli occhi; devi riadattarti e potenziare gli altri sensi. Serve tantissima forza: se non la hai ti lasci andare ed è finita. Soprattutto in un’età critica come i 18 anni.

Qual è l’immagine che ricordi con più trasparenza nella tua mente? Una situazione, una persona…

È difficile perché anche l’immaginazione svanisce. Praticamente quello che vedevi prima lo immagini con la vista di oggi. Anche i sogni. La vista influisce sull’immaginazione, sui ricordi. Sulle immagini, appunto. Così anche il volto di mia madre.

Lavori come libera professionista nell’ambito del social media marketing. Quali studi hai fatto per poterti specializzare in questo settore e diventare un’affermata professionista?

In realtà il mio sogno era quello di diventare architetto. Ora mi sto laureando in scienze della comunicazione. Non ho fatto studi specifici in questo settore, se non frequentando lo stage curriculare ed è stato, da quel momento in poi, che ho avuto la spinta di interessarmi a questo ambito. Mi sono formata e autoformata. Ho fatto tanta pratica, ma tanta tanta. È un esercizio che mi serve molto anche per la memoria.

Tra i social qual è quello che prediligi?

Twitter lo preferisco per due motivi: uno perché è meno invasivo rispetto a Facebook; due, perché mi sento molto a mio agio. Anche i social, purtroppo, hanno il problema dell’accessibilità, non è una cosa da sottovalutare per una persona non vedente o ipovedente.

Quali sono gli strumenti che utilizzi di più nel tuo lavoro? Lettori di schermo, ingrandimenti e accorgimenti in relazione al contrasto.

Marta, il limite è quello che rivolgi a te stessa o che ti avanzano gli altri?

Il limite è semplicemente fisico: so esattamente fino a che punto posso sforzare la vista, oltre non posso andare. Limiti mentali non ce ne sono: né da parte degli altri, né da parte mia. Nessuno me ne ha mai imposti.

Se dovessi rivolgerti ad altri ragazzi non vedenti che sono in procinto di cercare lavoro quale consiglio professionale e morale daresti?
Decidete il lavoro che amate fare, non adattatevi mai a una professione che non vi piace. Nonostante la disabilità. Non ascoltate le persone che vi consigliano di svolgere un lavoro piuttosto che un altro, anzi. Proseguite nei sogni, nei vostri desideri. Non fermatevi e andate sempre avanti. Non mollate, continuate con i vostri progetti nonostante le difficoltà che non mancheranno mai. Una soluzione la troverete sempre.

Nuovi traguardi da raggiungere per il futuro?

Ho in mente varie vite da scrivere, sto portando avanti anche il discorso della formazione. Voglio crescere e farmi conoscere sempre di più, svolgendo questa attività al meglio.

Ad oggi il tuo più grande ringraziamento a chi è rivolto?
A mia mamma. A lei devo veramente tutto l’aiuto di questo mondo.

L’Ufficio stampa Medhiartis

Medhiartis, un “assaggio” a Farete 2017

Il team di Medhiartis anche quest’anno rinnova la presenza a Farete in programma a Bologna il 6 e 7 settembre (padiglione n. 15, stand P-6). Una ricetta da seguire accuratamente. Tanti ingredienti diversi: serietà, metodo, relazioni, creatività. Un cucchiaio per mescolare perché il piatto risulti un’armonia di sapori.Agenzia di comunicazione tecnica, da anni porta avanti un progetto che ha, come fulcro, la relazione con i clienti. È proprio per loro che elabora idee sempre innovative, creative, personalizzate. Negli ultimi anni la società si è affermata come unico fornitore che racchiude in sé tutte le fasi del processo di comunicazione tecnica, per rispondere alla crescente esigenza di realizzare servizi già finalizzati al commercio internazionale.

 

Medhiartis - Farete

Medhiartis conferma la presenza a “Farete 2017”

I motori che muovono la macchina aziendale sono un conglomerato di idee ed energie che, seppur eterogenee, appaiono essenziali per garantire efficienza e originalità. Settori diversificati ma allo stesso tempo accomunati da competenza e professionalità. Oltre ai servizi riferiti alla documentazione tecnica (dalla redazione alla personalizzazione grafica) di manuali d’uso, manutenzione di officina, il team dell’agenzia si occupa anche delle successive traduzioni multilingua. I servizi linguistici si estendono anche alla localizzazione di software, interpretariato e traduzioni giurate.

Per rispondere alle esigenze del cliente, ottimizzando tempi e costi, il settore delle soluzioni software supporta la gestione, la compilazione e la condivisione di tutta la documentazione tecnica, con una modalità dedicata al cliente specifico. Non manca, di certo, una buona dose di creatività, che abita l’ufficio grafico, con esperti in web design, studio e creazione del corredo aziendale. Estro e fantasia caratterizzano l’ufficio comunicazione e marketing, che gestisce anche l’attività social di pagine aziendali.

“La nostra forza – concludono i soci fondatori Gianluca Ranieri e Nicola Ognibene – è la capacità di coniugare la professionalità con quel pizzico di coraggio necessari per elaborare progetti ambiziosi. Siamo un’azienda giovane che ama le relazioni in tutti gli aspetti e desidera che anche il cliente ne tragga beneficio. Abbiamo investito sulla tecnologia e sulla formazione per poter vincere le sfide che il mercato oggi ci propone”. L’appuntamento a Farete sarà un’occasione per conoscere più da vicino le sfaccettature di Medhiartis e fare un primo “assaggio” dei servizi che rendono l’agenzia unica rispetto a coloro che offrono comunicazione sui generis.Proprio come in cucina, i manuali tecnici, i cataloghi e le traduzioni sono una ricetta da seguire passo dopo passo, con i tempi indicati e con una precisa metodologia per mescolare gli ingredienti ed ottenere un piatto riuscito.

La comunicazione non è questione di gusti.

Vieni a trovarci a Farete: padiglione n. 15, stand P-6!

di Sara Pileri,

Ufficio stampa

comunicazione@medhiartis.com

www.medhiartis.com

Medhiartis “tutor” delle mobilità internazionali

Coraggio, lasciare tutto indietro e andare
partire per ricominciare
non c’è niente di più vero
di un miraggio
e per quanta strada ancora c’è da fare
amerai il finale”…

Già. Ce ne vuole di coraggio per decidere di fare un’esperienza all’estero. La Scuola Centrale Formazione lo sa bene e dal 2014 promuove la progettazione di esperienze di mobilità internazionale in Italia per accogliere studenti e tirocinanti nel migliore dei modi. La missione è l’educazione integrale dei giovani. Al centro di questo modello organizzativo c’è la rete associativa di SCF. Gli enti soci che aderiscono sorgono a livello locale, con lo scopo di offrire una possibilità di crescita del territorio. Se ne rintracciano complessivamente 45 tra nord, centro e sud Italia, distribuiti in 11 regioni. La loro attività spazia dalla formazione professionale all’orientamento, dall’alfabetizzazione per stranieri alla mediazione linguistica e culturale, dal sostegno alla disabilità ai servizi per il lavoro. La SCF apre le porte all’accoglienza di studenti e tirocinanti provenienti da tutta Europa con “Mob2You”, di cui la prima edizione si è tenuta a Bologna il 5 e il 6 luglio, con lo scopo di sensibilizzare, condividere e diffondere le comuni pratiche legate, appunto, alla gestione dell’accoglienza.

Ovviamente, Medhiartis c’era. Dopo aver ospitato in sede uno studente spagnolo, è ben lieta di continuare a formare studenti in Erasmus nei servizi linguistici e nelle traduzioni: due divisioni cardine dell’agenzia che sfruttano le competenze e le abilità di parlanti madrelingua. L’internazionalizzazione porta in sé un’opportunità di arricchimento culturale, lavorativo e anche economico per l’ente che accoglie.

Incarniamo tantissimi ruoli – afferma durante il convegno Irene Fontanelli che si occupa dell’accoglienza dei gruppi di studenti presso ESMOVIA a Valencia – . Siamo tutor, organizzatrici, psicologhe nei momenti di difficoltà, ‘zie’ acquisite, formatrici e professioniste. Il nostro lavoro è versatile e prevede di accompagnare i giovani durante tutto il percorso formativo. Siamo partecipi della loro crescita integrale: non solo professionale ma anche umana”.

di Sara Pileri,

Ufficio Stampa

alt=Medhiartis mobilità internazionali

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Modena Park si inchina a Vasco: “Ecco, la mia musica è una grande forma di comunicazione”

Sotto casa gli amici più cari: sombrero in testa e mandolini, chitarre, mestoli da cucina alle mani. Affacciata alla finestra la promessa sposa. Una serenata romantica il giorno prima delle nozze.

Le note di “Alba chiara” stringono in un unico abbraccio e in un’unica voce le emozioni, le tensioni, le speranze.

C’è una sensazione di sacro nella musica e nel cantare insieme. Qualcosa che si lega all’appartenenza, alla condivisione, al calore umano. Non è così diversa la sacralità che ha pervaso Modena in occasione del concerto di Vasco lo scorso sabato. Record mondiale di presenze paganti, senza contare quelle nelle piazze e nelle case italiane che hanno seguito da lontano il grande evento scatenando un karaoke unanime.

Che si tratti di una serenata o di un concerto, è la partecipazione a rendere unico il momento. E sapete qual è il termine che i latini utilizzavano per dire “partecipare alla mensa eucaristica”? Communicare.

“Se quando io dico ‘casa’ tu pensi alla tua casa e io ho in mente la mia – queste le parole di Vasco dopo aver conseguito, all’alba dei 53 anni, la laurea honoris causa in psicologia della comunicazione – ognuno prende le parole con il proprio significato, quindi per comunicare veramente a volte non bastano le parole; ci vogliono i gesti, le espressioni.
Ecco la musica è una grande forma di comunicazione. Se poi ci aggiungi le parole puoi arrivare facilmente al cuore. Ma le parole devono essere poche e perfette, oneste e sincere, secondo me le minime indispensabili. E c’è uno sforzo, una ricerca stilistica dietro a tutta questa semplicità. Questa è l’arte della canzone, che per me è una polaroid di emozioni. Toccare il cuore della gente è quello che ho sempre cercato di fare, e quando ci sono riuscito è stata la mia più grande soddisfazione, e ringrazio sempre il cielo e la chitarra”.

Cosa porta 220 mila persone ad affrontare il caldo, la fatica, la calca, le file interminabili? La home di Facebook, a due giorni dal concerto, è una carrellata di frasi, immagini, video. A pubblicarli sono adolescenti, ragazzi tra i venti e i trent’anni, ma anche ultracinquantenni che hanno conosciuto Vasco agli esordi: 3 generazioni ai piedi di un palco a racchiudere anni di storia e di esperienze condivise. Nelle sue canzoni c’è il coraggio del rock anni ’80 a sconvolgere la tradizione italiana del palco dell’ Ariston; c’è la sua “Vita spericolata” e “Siamo solo noi” che colpiscono gli indisciplinati e smuovono i regolari; c’è la trasgressione di “Rewind” a scatenare una cascata di reggiseni in diretta tv; c’è l’urlo che invita a non avere paura, a non cambiare abitudini neanche di fronte all’odio e alla guerra. Sono melodie che mettono in nota ideali, quelle di Vasco: la vita, le donne, la generazione di sbandati, i protagonisti. E anche qui, a chiudere, “Alba chiara”.

Per salutare quel “mondo” dell’ultima strofa che si è stretto sotto un’irripetibile alba, in un altrettanto irripetibile evento che segnerà la storia di tutti i tempi.

di Sara Pileri,

Ufficio stampa

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Web Marketing Festival #wmf17, Medhiartis “scala” la Piramide della credibilità

Il sorriso di una bambina.
Lo sguardo incredulo di chi ha contribuito a renderlo possibile.
Una frase: “ricevere ciò che non si può comprare”.

È con questo spirito che lo sorso week-end si è aperta l’edizione 2017 del Web Marketing Festival a Rimini, in una location, il Palacongressi, che rappresenta visivamente l’idea di co-evoluzione tipica del web marketing. Un luogo sostenibile per un evento sostenibile. E Medhiartis c’era per aggiornarsi sulle ultimissime novità del digitale e, nello specifico, sui metodi più attuali di fare marketing.
Il sociologo Francesco Morace ad introdurre, sul palco della plenaria, il tema della crescita tramite il digitale e quella che ha chiamato “Piramide della credibilità”.
Si tratta di una scala di valori, evoluzione della precedente, basata sulla “visibilità”: negli ultimi 10 anni le esigenze sono cambiate; non basta più essere rappresentati, ma si vuole essere riconosciuti. Non a caso in prima posizione dei “paradigmi del futuro” ci sono fiducia e condivisione: modelli diversi da quelli che la tv propone e radicati profondamente nel modo di essere e di pensare. Mai come ora si ha bisogno di condividere le proprie vite con gli altri, di costruire una reputazione, di sviluppare un’unicità contro l’idea di omologazione. Ci si sente unici e si desidera che anche gli altri percepiscano tale diversità. La comunicazione asettica, tipica del linguaggio del marketing di una volta, non è più l’unica alternativa. Il protagonista del video che ha proposto Morace non si arrende: al cinismo risponde con la fiducia, tanto da generare incredulità in se stesso e in quelle persone che prima ridevano dei suoi gesti credendoli sciocchi. Questo è il significato di reciprocità, rispetto e riconoscenza della famosa piramide.

La nuova frontiera del marketing è emozionale o, collettivamente riconosciuta e condivisa, relazionale.
Comunicare non basta più: è necessario metterci, anche, il cuore.
Per il video dell’intervento di Francesco Morace clicca qui:

 

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Sara Pileri

Ufficio stampa Medhiartis

Farete 2016: “Grazie a tutti coloro che ci hanno fatto visita”!

E anche l’edizione 2016 di “Farete” è terminata.
Vogliamo ringraziare tutte le persone, conoscenti e non, che sono passate dal nostro stand anche per fare solo due chiacchiere. E’ stata un’occasione per salutare vecchi amici e conoscerne di nuovi.

Il valore aggiunto della nostra agenzia è rappresentato proprio dalle relazioni che instauriamo con i nostri clienti.

Quest’anno ci siamo presentati alla nuova edizione dell’evento bolognese con una grafica completamente rinnovata e con l’aggiunta di un nuovo servizio: “Ufficio stampa & social”. Abbiamo potenziato la nostra struttura e abbiamo “messo in moto” una nuova macchina che percorrerà diversi km viaggiando oltre confine.

Siamo felici e orgogliosi.
Medhiartis è proprio questo: un concentrato di entusiasmo e professionalità e, a completare il tutto, un po’ di pazzia.
Ancora una volta,
grazie.

Il team di Medhiartis

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Medhiartis tra innovazione e crescita aziendale a Farete 2016

Stiamo ultimando gli ultimi dettagli per la partecipazione a Farete, Bologna, dal 5 al 6 settembre.
Veniteci a trovare al padiglione 15 stand N58 – P57.

Medhiartis presente anche alla scorda edizione farete 2015

Medhiartis presente anche alla scorsa edizione Farete 2015

Acquisire l’esatta terminologia per una corretta comunicazione. Questo è lo spirito di Medhiartis che, nel corso degli anni, ha approfondito l’aspetto della terminologia cercando di fare comprendere ai suoi clienti, o potenziali tali, quanto sia importante realizzare un glossario terminologico proprietario per ottenere un aumento nella qualità della comunicazione in senso lato. Un’idea progettuale assolutamente innovativa quella di Medhiartis, nata dall’incontro tra Gianluca Ranieri e Nicola Ognibene, professionisti con ventennale esperienza nel mondo della comunicazione e della documentazione tecnica, che sono riusciti a integrare queste due realtà per rispondere all’esigenza crescente di realizzare servizi già finalizzati al commercio internazionale.

“La nostra azienda”, spiega Gianluca Ranieri, “ha affrontato questi anni di cambiamento investendo su tecnologia e formazione e, grazie a questo connubio, è riuscita ad affermarsi a livello nazionale, e internazionale, nell’ambito della comunicazione tecnica. Una sfida che, nel corso del tempo, si è rivelata vincente, come confermano l’incremento del fatturato e il potenziamento dell’organico con nuove assunzioni”.

L’agenzia di comunicazione bolognese, negli ultimi mesi, ha rilanciato il proprio sito introducendo alcuni importanti accorgimenti. Da una veste grafica indubbiamente più moderna e accattivante a sezioni tematiche approfondite e facilmente fruibili, grazie ad una consultazione semplice e intuitiva. Un restyling che si affianca alla costante presenza di Medhiartis sui principali social network (Facebook, Twitter e Instagram in primis), con continui aggiornamenti sulle diverse attività, e alla partecipazione ad eventi fieristici. Medhiartis offre una comunicazione multilingue che esula dal concetto, ormai superato, della semplice trasmissione di informazioni e/o dati. La giovane azienda bolognese, grazie a delle professionalità specifiche e variegate, fornisce una capacità tecnica di comunicazione che si riveste di diversi linguaggi: tecnico, grafico e linguistico.

“Quando prendiamo in carico un progetto – continua Ranieri – pensiamo e progettiamo soluzioni complete, a livello sia contenutistico che grafico, che possano valorizzare il prodotto o il servizio in questione. Medhiartis, grazie all’unione di professionisti tecnici e grafici, ha sviluppato una competenza approfondita di tutte le diverse fasi del processo produttivo, perfettamente complementari e consequenziali”.

Anche quest’anno, come annoverato precedentemente, il 5 e 6 settembre, Medhiartis prenderà parte a Farete, la quinta edizione della due giorni dedicata alle imprese bolognesi organizzata da Unindustria Bologna in scena nei padiglioni di BolognaFiere. “Siamo un’agenzia di comunicazione che accoglie un’idea per poi svilupparla a 360° a seconda delle esigenze del cliente. Per informazioni: marketing@medhiartis.com.

L’Ufficio stampa.

“Come usare Facebook per la propria azienda”, da settembre parte il ciclo di seminari targato Oliver e Medhiartis

Come sfruttare al massimo Facebook per il business. Creare e gestire una fan page e monitorarne settimanalmente i risultati; segmentazione e profilazione dell’utenza con successivo lancio pubblicitario a pagamento. Parleremo di questo e di molto altro venerdì 14 ottobre, in sede Liberex, via Barberia n. 22, Bologna. Il seminario rientra nel ciclo dei corsi di aggiornamento promossi da Oliver Formazione (qualificato nelle docenze specialistiche e nella gestione aziendale) con la collaborazione di Medhiartis.

Formazione - cicli di seminari targati Oliver/Medhiartis

Un’idea nata per i soci Liberex e, successivamente, estesa a tutti, anche alle aziende esterne e non aderenti al progetto.
Una grande opportunità di formazione-informazione per affinare alcune competenze tecniche e individuarne di nuove.

La formazione consente di aumentare la capacità di apprendimento delle persone mentre lavorano e, se ben organizzata, permette di sviluppare e “capitalizzare” la conoscenza e l’esperienza acquisita partendo dal comportamento quotidiano di ognuno.

Il ciclo di seminari vorrà essere una piccola guida, dal forte orientamento operativo, che illustrerà diversi aspetti parlando di: social network per fare business, appalti europei e i criteri per partecipare ad una gara d’appalto, efficienza energetica nelle imprese, la selezione del personale all’interno di un’azienda.
I relatori dei corsi sono tutti professionisti con consolidata esperienza. Sarà possibile partecipare a un solo seminario oppure acquistare il “pacchetto” completo.

Per qualsiasi informazione o per ricevere tutti i dettagli dei corsi potete scrivere a:
comunicazione@medhiartis.com.

Ufficio Stampa Medhiartis

L’umanizzazione di Sally, una finestra sul mare per i piccoli pazienti oncologici

Nel reparto pediatrico oncologico dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna esiste un’isola meravigliosa dove i piccoli pazienti possono sognare e immaginare il profumo del mare, lo stridio dei gabbiani, il calore di una giornata d’estate. Un allestimento che permette di ricreare, e rivivere, giornate estive spensierate illuminate da un sole che, per i bambini malati, altro non è che un attivatore naturale per i tumori. Così come delle finestre semiaperte, con dietro un disegno da scoprire, rappresentano per i bambini affetti dalla sindrome di down un piacere talmente grande tanto da superare la difficoltà di dare impulso, con la mente, alla mano.
L’ambiente per questi bambini è la cura.
Si chiama umanizzazione e, personalmente, fino a due giorni fa, non sapevo cosa fosse.
Umanizzare gli ambienti sanitari vuole dire renderli, per l’appunto, più umani: rispondendo a un concetto alberghiero di accoglienza.

Un incrocio di sguardi fortunato ha attirato la mia attenzione nel corso dell’ Exposanità: fiera, in corso a Bologna dal 18 al 20 maggio, dedicata all’innovazione tecnologica in ambito della sanità e dell’assistenza.
Ci sono incontri casuali, inaspettati.
Non sono fortuite, invece, le sensazioni.
Sto parlando di quelle percezioni che ti conducono, involontariamente, nel posto giusto al momento giusto.
In sociologia della comunicazione la chiamano “serendipity”: neologismo che indica la fortuna di fare scoperte felici per puro caso.

La mia serendipity ha un nome e un cognome: si chiama Sally Galotti, designer e cartoonist. Anni di esperienza dapprima in comunicazione pubblicitaria presso il Gruppo Mediaset; come animatrice e storyboard presso l’Accademy Disney, poi. Ideatrice e realizzatrice del sistema di Umanizzazione Pittorica, Sally ha iniziato la sua esperienza nel 1977 in Romania, collaborando con il noto giornalista Mino Damato.
Dalla passione alla professione, il salto è stato breve.

Sally Galotti

Sally Galotti

“In Romania ho lavorato in un orfanotrofio – spiega Sally – e ho vissuto sulla mia pelle la sofferenza dei bambini malati di AIDS. Tutto quello che ho sentito e visto basta per scrivere un libro”.
Tornata in Italia una sola domanda rimbombava prepotentemente nella sua testa: “Cosa sto facendo di buono nella mia vita?”.

“All’epoca quando ho cominciato – prosegue Sally – il concetto di ‘umanizzazione’ era ancora vago. Chiesi supporto al Dipartimento di Ricerca di Psicologia dell’Alma Mater di Bologna, in particolare alla docente Fiorella Monti, che mi ha seguito in un percorso di ricerca e studio per misurare la qualità affettiva degli ambienti. Questa è l’umanizzazione: la qualità affettiva degli ambienti. Studiando e ricercando, attraverso dei questionari somministrati prima e dopo gli allestimenti, ho cominciato con la ricerca scientifica e ho visto che le percezioni del bambino e dell’adulto, nel disagio non sono come quelle delle persone nell’agio. Abbiamo analizzato, a seconda delle diverse patologie, il design giusto”.

Design: colore, personaggi, animazione.
Per un bambino essere ricoverato, anche per una semplice appendicite, può diventare un trauma che lo rende un ansioso tutta la vita.
I piccoli pazienti devono riuscire a contenere il trauma del ricovero, del dolore.
Un evento che non deve essere dimenticato ma scorporato nel tempo.

I lavori di Sally Galotti

I lavori di Sally Galotti

“L’umanizzazione – conclude – è un lavoro innovativo, c’è molta psicologia in quello che faccio. Ho lavorato tanto con il professor Albertini del San Raffaele di Roma, emblema della riabilitazione pediatrica. Mi ha insegnato tantissimo, soprattutto che l’ambiente cura. E’ vero. I bambini, quando arrivano in una struttura pediatrica, devono essere accolti come in un teatro. C’è tutto un mondo da scoprire”.

Tutti i materiali utilizzati da Sally sono certificati e in linea con le normative europee in vigore. Dopo aver girato il mondo è tornata a casa e, oggi, ha una figlia di 8 anni.
A Forlì ha il suo ufficio e da lì parte tutta la sua rete di distribuzione.
Le strutture a cui si rivolge sono: pediatria, maternità, nidi, radiologie senologiche e tutte le specialità mediche.
Ogni giorno, nonostante le innumerevoli difficoltà, sposa il suo progetto con coraggio e risolutezza.

Il sistema di Umanizzazione Pittorica di Sally Galotti, elaborato negli anni e pensato come strumento al servizio delle diverse discipline mediche, dall’accoglienza alla riqualificazione degli ambienti sanitari, in molti casi è diventato parte olistica dell’ospedale che “CURA”.

Antonella Oliva
Ufficio stampa Medhiartis

Un vestito all’uncinetto e multicolor: comunicatori non si nasce ma si diventa

Nutro una passione impulsiva e naturale verso qualsiasi forma di comunicazione.
Non importa che si tratti di un aperitivo in compagnia o di un seminario professionale sugli uffici stampa istituzionali. L’unica cosa veramente importante è la condivisione della conoscenza, l’apprendimento e lo scambio intergenerazionale di idee.

Non so dire, esattamente, quando ho capito di voler fare della comunicazione la mia professione. Non so dare una collocazione temporale precisa a una scelta diventata, giorno dopo giorno, una consapevolezza profonda. Vera, desiderata.
E, ancora oggi, se dovessi scegliere cosa fare non potrei prediligere altro. Ho bisogno di fare comunicazione. La fortuna è stata la capacità di comprendere che questa “sorella”, così sfaccettata e mutevole può prestarmi, all’occorrenza, vestiti vari e multiformi.

Non mi sono mai fermata. Mai arresa. Non ho mai aspettato passivamente che qualcosa potesse cambiare o, sorprendentemente, mi potesse cadere davanti ai piedi. Non ho mai pensato che a causa di una professione, negli ultimi anni inflazionata, questo mondo non avesse bisogno di comunicatori capaci, coraggiosi.

Antonella Oliva, ufficio marketing e comunicazione Medhiartis

Antonella Oliva, ufficio marketing e comunicazione Medhiartis

Una volta conseguita la laurea specialistica a Roma “Sapienza” in editoria, comunicazione multimediale e giornalismo ho cominciato a firmare i primi articoli di carta stampata in un quotidiano locale viterbese.
Inspiegabile l’emozione della pubblicazione. Mio padre ancora oggi conserva, come un oracolo, un collage dei miei articoli di giornale con la dicitura, a caratteri cubitali, “primi articoli di Antonella”.
Per quei “pezzi” non sono stata mai retribuita ma, la soddisfazione e l’orgoglio che ho visto nei suoi occhi, mi hanno ripagata di tutti i redazionali che ho scritto e che scriverò in futuro. Proprio nel corso di questa esperienza professionale mi sono scontrata con i colleghi, molto più grandi di me, che con instancabile determinazione continuavano a ripetermi che il giornalismo in Italia non paga e quindi, responsabilmente, dovevo dedicarmi a fare altro. Nonostante le previsioni apocalittiche di un futuro di stenti ho proseguito senza mai tornare indietro. E ripeto, mai.

Dopo pochi mesi sono diventata redattrice ordinaria di un quotidiano online approdando al nuovo mondo del web. Il primo contratto e il primo stipendio degni di essere chiamati tali. Successivamente, dopo 4 anni, una nuova specializzazione come libera professionista: addetta stampa istituzionale per diversi Comuni e associazioni della provincia di Viterbo.

Passano due anni e faccio un nuovo salto.
Questa volta nel buio.
Ho cambiato città, regione, lavoro.
Ho avuto paura. Ho respirato profondamente, mi sono tappata il naso e mi sono immersa in una realtà completamente diversa da quella vissuta fino a quel momento. Anche questa volta, la comunicazione, non mi ha delusa e mi ha accompagnata in un nuovo e avvincente percorso. Ho imparato a utilizzare innovativi strumenti professionali; ho conosciuto colleghi capaci e sono alle dipendenze di nuovi responsabili.

Penso che non si nasca comunicatori, ma sono certa che con impegno e forte senso di sacrificio si possa diventare dei bravi professionisti. Le mie scelte, spesso imprudenti, mi hanno aiutata a indossare questo vestito che a me piace tanto.
L’ho scelto, ma non l’ho comprato.
L’ho cucito appositamente su di me: all’uncinetto e multicolor.

Antonella Oliva
Ufficio stampa Medhiartis